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jeudi 8 mars 2012

La dea Eunoia (La déesse Eunoïa)




J’étais pourtant sûr, dit-il, et même de l’avoir lu ! La déesse Eunoïa, c’est ça ? Il faudrait véri



"Volti d'amore, come li voleva il mio canto... 
Incontrati nelle notti di giovinezza, nelle mie notti,
ascosamente..." 

Costantino Kavafis







Je reproduis ici la version italienne de la très belle préface de Roland Barthes à Tricks, de Renaud Camus, telle qu'on peut la lire dans la récente édition italienne de l'ouvrage (Textus, 2012) :

– Perché ha accettato di scrivere una prefazione a questo libro di Renaud Camus ? 
– Perché Renaud Camus è uno scrittore, perché il suo testo rientra nel campo della letteratura, e dato che non può dirlo lui stesso, ci vuole pure qualcuno che lo dica al posto suo. 
– Se il suo testo è letterario, ciò dovrebbe vedersi da solo. 
– Infatti si vede, si sente dal primo costrutto, dal modo immediato di dire "io", di portare avanti il racconto. Ma siccome questo libro sembra parlare, e crudamente, di sesso, di omosessualità, certuni forse dimenticheranno la letteratura. 
– Si ha l' impressione che, per lei, affermare la natura letteraria di un testo sia un modo di riabilitarlo, di sublimarlo, di purificarlo, di conferirgli una sorta di dignità che, a darle retta, il sesso non ha ?
– Nient' affatto : la letteratura esiste per dare un supplemento di piacere, non di decenza. 
– Ebbene, cominci pure, ma sia breve. 

L'omosessualità scandalizza di meno, ma continua a incuriosire ; è ancora a quello stadio di eccitazione in cui provoca ciò che si potrebbe chiamare le prodezze del discorso. Parlare di essa consente a «chi non ci è» (espressione già pizzicata da Proust) di mostrarsi aperto, liberale, moderno ; e a «chi ci è» di testimoniare, rivendicare, militare. Con scopi diversi, ognuno si adopera a metterla in luce. 

Eppure proclamarsi qualcosa è sempre parlare dietro sollecitazione di un Altro vendicatore, entrare nel suo discorso, discutere con lui, chiedergli un frammento d' identità: «Lei è... - Sì, io sono...». In fondo, l'attributo non è importante ; quello che la società non tollererebbe è che io sia... niente, oppure, per essere più precisi, che il qualcosa che io sono sia apertamente presentato come passeggero, revocabile, insignificante, inessenziale, in una parola : impertinente. Basta dire «Io sono» e si è socialmente salvo. 

È possibile rifiutare l' ingiunzione sociale per mezzo di quella forma di silenzio che consiste nel dire le cose semplicemente. Dire semplicemente è di competenza di un' arte superiore : la scrittura. Si prendano le produzioni spontanee, le testimonianze parlate, poi trascritte, di cui la stampa e l' editoria fanno sempre più uso. Qualunque sia il loro interesse «umano», non so cosa suona falso (almeno al mio orecchio) : forse, paradossalmente, un eccesso di stile (fare «spontaneo», fare «vivo», fare «parlato»). Si verifica insomma uno scambio : lo scritto veridico appare un prodotto della fantasia ; affinché sembri vero, deve diventare testo, passare attraverso gli artifici culturali della scrittura. La testimonianza si arrabbia, prende a testimone la natura, gli uomini, la giustizia ; il testo va lentamente, silenziosamente, ostinatamente – e arriva più in fretta. La realtà è finzione, la scrittura è verità : questa è l' astuzia del linguaggio. 

I Tricks di Renaud Camus sono semplici. Vale a dire che esprimono l'omosessualità, ma non parlano mai di essa : non la invocano in nessun momento (la semplicità sarebbe questa : non invocare mai, non lasciar venire al linguaggio i Nomi, fonte di dispute, di arroganze e di morali). 

La nostra epoca interpreta molto, ma i racconti di Renaud Camus sono neutri, non entrano nel gioco dell' Interpretazione. Sono come dipinti con un colore uniforme, senza ombre e senza secondi fini. E ancora una volta solo la scrittura consente una tale purezza, un tale mattino dell' enunciazione ignoto alla parola, che è sempre un groviglio contorto d' intenzioni nascoste. Se non fosse per le dimensioni e per l' argomento, questi Tricks dovrebbero far pensare agli haiku : perché l'haiku unisce un ascetismo della forma (che taglia di netto la voglia d'interpretare) a un edonismo così tranquillo, che fa dire a proposito del piacere soltanto che è qui (il che è anche il contrario dell' Interpretazione). 

Le pratiche sessuali sono banali, povere, destinate a ripetersi, e tale povertà è sproporzionata rispetto alla meraviglia del piacere che procurano. Ora, siccome questa meraviglia non può essere detta (poiché appartiene all'ambito del godimento), al linguaggio non rimane altro che raffigurare, o meglio ancora, cifrare, con minore spesa, una serie di operazioni che comunque gli sfuggono. Le scene erotiche devono essere descritte con economia. Qui l'economia è quella della frase. Il bravo scrittore è colui che usa la sintassi in modo da concatenare parecchie azioni nello spazio più corto di linguaggio (c'è, in Sade, tutta un' arte delle subordinate) ; in un certo senso, la frase ha la funzione di sgrassare l'operazione carnale privandola delle sue lungaggini e dei suoi sforzi, dei suoi rumori e dei suoi pensieri accessori. A tal proposito, le scene finali dei Tricks sono interamente sotto l' influenza della scrittura. 

Ma ciò che preferisco, in Tricks, sono i «preparativi» : l'andirivieni, l'allerta, le manovre, l'abbordaggio, la conversazione, la partenza verso la camera, l'ordine (o il disordine) domestico del luogo. Il realismo si sposta: non è la scena amorosa a essere realista (o almeno il suo realismo non è pertinente), è la scena sociale. Due ragazzi, che non si conoscono ma che sanno di essere in procinto di diventare partner di un gioco, arrischiano tra loro il poco linguaggio a cui li costringe il tragitto che devono fare insieme per raggiungere il campo da gioco. Il trick lascia allora la pornografia (prima di approdarvi) e arriva al romanzo. La suspense (perché credo che questi Tricks si leggano con alacrità) verte non sulle pratiche, scontate (è il minimo che si possa dire), ma sui personaggi : chi sono ? Come sono diversi gli uni dagli altri ? Ciò che mi seduce, in Tricks, è proprio questo incrociarsi : le scene sono certamente ben lungi dall' essere pudiche, ma i discorsi lo sono : dicono di nascosto che il vero oggetto del pudore non è la Cosa («La Cosa, sempre la Cosa», diceva Charcot citato da Freud), ma la persona. E a sembrarmi riuscito in Tricks è il passaggio dal sesso al discorso. 

Si tratta di una forma di sottigliezza completamente sconosciuta al prodotto pornografico, che sfrutta i desideri, non i fantasmi sessuali. Perché ciò che suscita il fantasma non è solo il sesso, è il sesso più «l'anima». È impossibile spiegare i colpi di fulmine, piccoli o grandi, semplici attrazioni o rapimenti alla Werther, senza ammettere che nell' altro viene ricercato qualcosa che si chiamerà, in mancanza di meglio e a costo di una grande ambiguità, la persona. Alla persona è connessa una specie di quid che agisce alla maniera di una testata teleguidata e fa in modo che tale immagine, fra migliaia di altre, venga a trovarmi e mi catturi. I corpi possono disporsi in un numero finito di tipi («È proprio il mio tipo»), ma la persona è assolutamente individuale. I Tricks di Renaud Camus hanno sempre come inizio l'incontro con il tipo ricercato (perfettamente codificato : potrebbe figurare in un catalogo o in una pagina di annunci economici) ; ma non appena il linguaggio compare, il tipo si trasforma in persona e il rapporto diventa inimitabile, qualunque sia la banalità delle prime parole scambiate. Senza ricorrere alla psicologia, la persona rivela se stessa a poco a poco, leggermente, nell' abbigliamento, nel discorso, nell' accento, nell' arredamento della camera, in quello che si potrebbe chiamare la «vita domestica» dell' individuo, in quello che oltrepassa la sua anatomia e di cui ha però la gestione. Tutto questo viene piano piano ad arricchire o a rallentare il desiderio. Il trick è dunque affine al movimento amoroso : è un amore virtuale, bloccato volontariamente da una parte e dall' altra, per contratto, sottomissione al codice culturale che assimila l'abbordaggio di un partner al dongiovannismo. 

I Tricks si ripetono : l'argomento fa surplace. La ripetizione è una forma ambigua ; talvolta denota l'insuccesso, l'impotenza, talaltra può leggersi come un' aspirazione, il movimento ostinato di una ricerca che non si scoraggia : si potrebbe benissimo interpretare il racconto di adescamento come la metafora di un' esperienza mistica (e forse questo è stato già fatto, perché in letteratura esiste tutto: il problema è sapere dove). Né l' una né l' altra di queste interpretazioni si adattano apparentemente a Tricks : né alienazione, né sublimazione ; ma qualcosa come la conquista metodica di una felicità (ben designata, ben circoscritta: discontinua). La carne non è triste (ma ci vuole molta arte per farlo capire). 

I Tricks di Renaud Camus hanno un tono inimitabile. Ciò deriva dal fatto che la scrittura qui porta avanti un' etica del dialogo. Una tale etica è quella della Benevolenza, che è sicuramente la virtù più contraria alla caccia amorosa e dunque la più rara. Mentre di solito ci sono delle specie di Arpie che soprintendono al contratto erotico, lasciando ognuno in una solitudine gelida, qui è la dea Eunoia, l' Eumenide, la Benevola, ad accompagnare i due partner : certo, letterariamente parlando, sembra assai piacevole essere «trické» da Renaud Camus, anche se i suoi compagni non sono sempre coscienti di un simile privilegio (ma noialtri, lettori, siamo il terzo orecchio di questi dialoghi : grazie a noi, quel po' di Benevolenza non è stata offerto invano). Questa dea ha del resto il suo corteo : la Cortesia, il Garbo, l'Umorismo, lo Slancio generoso, come quello che coglie il narratore (durante un trick americano) e lo fa delirare gentilmente sull' autore di questa prefazione. Trick è l' incontro che accade una sola volta : più di un adescamento, meno di un amore : un' intensità, che passa, senza rimpianto. E dunque, per me, Trick diventa la metafora di molte avventure, e che non sono sessuali : incontro di uno sguardo, di un' idea, di un' immagine, sodalizio effimero e forte, che accetta di sciogliersi leggermente, bontà infedele : un modo di non impeciarsi nel desiderio, senza tuttavia schivarlo : una saggezza, insomma. 

(Traduzione :  Maurizio Ferrara) © Textus Edizioni












J'ajoute ici ma traduction d'une critique de Giorgio Fontana, parue dans le quotidien milanais Il Sole 24 ore, le six mars 2012 :


Le sexe recherché, le sexe consommé, le sexe comme découverte et même comme géographie du Paris gay. Voici Tricks, le journal de six mois de rencontres fortuites, au cours de l’année 1978. L’auteur est le prolifique Renaud Camus ; l’ouvrage est publié pour la première fois en Italie aux éditions Textus, dans une traduction partielle.

«Notre époque interprète beaucoup, écrit Roland Barthes dans sa préface, mais les récits de Renaud Camus sont neutres, ils n’entrent pas dans le jeu de l’Interprétation. Ce sont des sortes d’à-plats, sans ombre et comme sans arrière-pensées.» C’est vrai : s’il y a une constante stylistique dans ce livre, une lumière qui l’éclaire, c’est celle de la neutralité absolue. La prose de Camus est plus proche de la photographie que de la narration, de la représentation que du discours. Le réalisme désenchanté, l’objectivité minimale de la langue sont bien plus ici que des moyens techniques : ils sont les révélateurs d’une poétique globale.

«Ce livre essaie de dire le sexe, nous explique l'auteur, en l’occurrence l’homosexe, comme si ce combat-là était déjà gagné, et résolus les problèmes que pose un tel projet : tranquillement. Ou, pour parler comme Duvert : innocemment.» Il ne faut pas minimiser la portée de cet adverbe. L’innocence de Renaud Camus est absence de pudeur, totale ouverture, répétition dénuée d’angoisses. En effet, on a l’impression que Tricks décrit toujours la même rencontre. Le livre manifeste en permanence la même obsession pour les détails, les mêmes dialogues minimalistes (d’où es-tu, que fais-tu, qu’est-ce que tu veux boire : ce sont "les manèges, l’approche", qui plaisaient tant à Barthes), le même anonymat et le même appétit de chair nue.

Et pourtant, de façon paradoxale, c’est justement parce qu’ils pourraient être interchangeables que ces récits ont de la valeur. Ce n’est pas la banalité et la platitude qui les rendent équivalents, mais le fait d’être toujours vécus avec la même curiosité, la même joie. Aucun d’eux n’a l’ambition de devenir une histoire : chacun des récits naît et meurt complètement dans l’instant de l’aventure, de la dépense érotique ; mais cela ne signifie pas qu’il perd en dignité, bien au contraire.

On peut donc percevoir dans cet ouvrage du désintéressement, une passion exclusive de la chair, et même un certain degré d’"acharnement sadien". Mais on peut y lire aussi une étrange tendresse et une indéniable nostalgie – pour «son entrain, ses petits matins, son innocence», comme l’écrit Renaud Camus dans une note rédigée quelques années plus tard.

Tricks sera présenté le dix mars à dix-sept heures trente par Walter Siti et Pier Luigi Diaco, à l’Auditorium du Parc de la Musique, à Rome, dans le cadre de la manifestation Libri Come.

Source de l'article.



Images : en haut, Paul Cadmus, Jerry, 1931 

en bas, Paul Cadmus, Self-portrait on Majorca (détail), 1930 

8 commentaires:

  1. Merci infiniment, mon Cher F. Heureusement que je vous ai pour me tenir informé ! Ah, que n’ont-ils mis sur la couverture du livre le merveilleux Jerry, plutôt que cette photographie “dove ci entra ?” !

    Un point m’intrigue. Vous citez en exergue un morceau de phrase qui me semble provenir de “Travers Coda”. Ce livre serait-il déjà paru ? J'en ai reçu avant-hier un exemplaire mais ignore sa date officielle de sortie en librairie.

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    1. Cette première critique est très positive, même si l'on peut être surpris par la référence à l'"acharnement sadien" dans "Tricks", que pour ma part je n'avais pas perçu...

      La citation vient bien de "Travers Coda", mais je n'en ai lu pour le moment que les premières pages disponibles sur le site des éditions P.O.L. La sortie du livre est annoncée pour le 15 mars.

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  2. Ah voilà l'explication. J’étais intrigué. Merci.

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  3. Patrick Chartrain11 mars 2012 à 22:33

    Le Jerry irait fort bien sur un de nos groupes Flickr, s'il n'y est déjà? (Mémoire qui flanche…)

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    1. Il serait même possible d'accompagner l'image de ce passage de "Travers Coda" (page 18) : "(l'amant blond de Cadmus, surpris dans sa lecture entre les draps de son lit défait, a le bras droit relevé sous sa nuque, ce qui a pour effet de mettre en évidence les poils blonds légèrement humides, un peu bouclés, de son)"

      Juste après ces lignes, on peut lire : "(Indignez-vous !)" [AISSELLE / HESSEL]

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  4. Oui, tout s'explique: la photo et l'impression de déjà vu/lu.

    Cher EF, nous sommes à Montpellier pour écouter Einstein on the beach. Cela nous ferait très plaisir de vous envoyer une carte postale si vous me laissez une adresse à vehesse at free.fr .

    Amitiés, Valérie.

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    1. Pour l'adresse, c'est un peu compliqué car je suis en ce moment très "itinérant", mais je vous remercie de cette aimable attention.

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  5. Plus “trente ans après”, tumeur...

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