J’étais pourtant sûr, dit-il, et même de l’avoir lu ! La déesse Eunoïa, c’est ça ? Il faudrait véri
"Volti d'amore, come li voleva il mio canto...
Incontrati nelle notti di giovinezza,
nelle mie notti,
ascosamente..."
Costantino Kavafis
Je reproduis ici la version italienne de la très belle préface de Roland Barthes à Tricks, de Renaud Camus, telle qu'on peut la lire dans la récente édition italienne de l'ouvrage (Textus, 2012) :
– Perché ha accettato di scrivere una prefazione a questo
libro di Renaud Camus ?
– Perché Renaud Camus è uno scrittore, perché
il suo testo rientra nel campo della letteratura, e dato che non può
dirlo lui stesso, ci vuole pure qualcuno che lo dica al posto suo.
– Se il suo testo è letterario, ciò dovrebbe vedersi da solo.
– Infatti
si vede, si sente dal primo costrutto, dal modo immediato di dire "io",
di portare avanti il racconto. Ma siccome questo libro sembra parlare,
e crudamente, di sesso, di omosessualità, certuni forse
dimenticheranno la letteratura.
– Si ha l' impressione che, per lei,
affermare la natura letteraria di un testo sia un modo di riabilitarlo,
di sublimarlo, di purificarlo, di conferirgli una sorta di dignità
che, a darle retta, il sesso non ha ?
– Nient' affatto : la letteratura
esiste per dare un supplemento di piacere, non di decenza.
– Ebbene,
cominci pure, ma sia breve.
L'omosessualità scandalizza di meno, ma
continua a incuriosire ; è ancora a quello stadio di eccitazione in cui
provoca ciò che si potrebbe chiamare le prodezze del discorso. Parlare
di essa consente a «chi non ci è» (espressione già pizzicata da
Proust) di mostrarsi aperto, liberale, moderno ; e a «chi ci è» di
testimoniare, rivendicare, militare. Con scopi diversi, ognuno si
adopera a metterla in luce.
Eppure proclamarsi qualcosa è sempre parlare
dietro sollecitazione di un Altro vendicatore, entrare nel suo
discorso, discutere con lui, chiedergli un frammento d' identità: «Lei
è... - Sì, io sono...». In fondo, l'attributo non è importante ;
quello che la società non tollererebbe è che io sia... niente, oppure,
per essere più precisi, che il qualcosa che io sono sia apertamente
presentato come passeggero, revocabile, insignificante, inessenziale,
in una parola : impertinente. Basta dire «Io sono» e si è socialmente
salvo.
È possibile rifiutare l' ingiunzione sociale per mezzo di quella
forma di silenzio che consiste nel dire le cose semplicemente. Dire
semplicemente è di competenza di un' arte superiore : la scrittura. Si
prendano le produzioni spontanee, le testimonianze parlate, poi
trascritte, di cui la stampa e l' editoria fanno sempre più uso.
Qualunque sia il loro interesse «umano», non so cosa suona falso
(almeno al mio orecchio) : forse, paradossalmente, un eccesso di stile
(fare «spontaneo», fare «vivo», fare «parlato»). Si verifica insomma
uno scambio : lo scritto veridico appare un prodotto della fantasia ;
affinché sembri vero, deve diventare testo, passare attraverso gli
artifici culturali della scrittura. La testimonianza si arrabbia,
prende a testimone la natura, gli uomini, la giustizia ; il testo va
lentamente, silenziosamente, ostinatamente – e arriva più in fretta. La
realtà è finzione, la scrittura è verità : questa è l' astuzia del
linguaggio.
I Tricks di Renaud Camus sono semplici. Vale a dire che
esprimono l'omosessualità, ma non parlano mai di essa : non la invocano
in nessun momento (la semplicità sarebbe questa : non invocare mai, non
lasciar venire al linguaggio i Nomi, fonte di dispute, di arroganze e
di morali).
La nostra epoca interpreta molto, ma i racconti di Renaud
Camus sono neutri, non entrano nel gioco dell' Interpretazione. Sono
come dipinti con un colore uniforme, senza ombre e senza secondi fini. E
ancora una volta solo la scrittura consente una tale purezza, un tale
mattino dell' enunciazione ignoto alla parola, che è sempre un
groviglio contorto d' intenzioni nascoste. Se non fosse per le
dimensioni e per l' argomento, questi Tricks dovrebbero far pensare
agli haiku : perché l'haiku unisce un ascetismo della forma (che
taglia di netto la voglia d'interpretare) a un edonismo così
tranquillo, che fa dire a proposito del piacere soltanto che è qui (il
che è anche il contrario dell' Interpretazione).
Le pratiche sessuali
sono banali, povere, destinate a ripetersi, e tale povertà è
sproporzionata rispetto alla meraviglia del piacere che procurano. Ora,
siccome questa meraviglia non può essere detta (poiché appartiene all'ambito del godimento), al linguaggio non rimane altro che raffigurare,
o meglio ancora, cifrare, con minore spesa, una serie di operazioni
che comunque gli sfuggono. Le scene erotiche devono essere descritte
con economia. Qui l'economia è quella della frase. Il bravo scrittore
è colui che usa la sintassi in modo da concatenare parecchie azioni
nello spazio più corto di linguaggio (c'è, in Sade, tutta un' arte
delle subordinate) ; in un certo senso, la frase ha la funzione di
sgrassare l'operazione carnale privandola delle sue lungaggini e dei
suoi sforzi, dei suoi rumori e dei suoi pensieri accessori. A tal
proposito, le scene finali dei Tricks sono interamente sotto l'
influenza della scrittura.
Ma ciò che preferisco, in Tricks, sono i
«preparativi» : l'andirivieni, l'allerta, le manovre, l'abbordaggio,
la conversazione, la partenza verso la camera, l'ordine (o il
disordine) domestico del luogo. Il realismo si sposta: non è la scena
amorosa a essere realista (o almeno il suo realismo non è pertinente),
è la scena sociale. Due ragazzi, che non si conoscono ma che sanno di
essere in procinto di diventare partner di un gioco, arrischiano tra
loro il poco linguaggio a cui li costringe il tragitto che devono fare
insieme per raggiungere il campo da gioco. Il trick lascia allora la
pornografia (prima di approdarvi) e arriva al romanzo. La suspense
(perché credo che questi Tricks si leggano con alacrità) verte non
sulle pratiche, scontate (è il minimo che si possa dire), ma sui
personaggi : chi sono ? Come sono diversi gli uni dagli altri ? Ciò che mi
seduce, in Tricks, è proprio questo incrociarsi : le scene sono
certamente ben lungi dall' essere pudiche, ma i discorsi lo sono :
dicono di nascosto che il vero oggetto del pudore non è la Cosa («La
Cosa, sempre la Cosa», diceva Charcot citato da Freud), ma la
persona. E a sembrarmi riuscito in Tricks è il passaggio dal sesso al
discorso.
Si tratta di una forma di sottigliezza completamente
sconosciuta al prodotto pornografico, che sfrutta i desideri, non i
fantasmi sessuali. Perché ciò che suscita il fantasma non è solo il
sesso, è il sesso più «l'anima». È impossibile spiegare i colpi di
fulmine, piccoli o grandi, semplici attrazioni o rapimenti alla
Werther, senza ammettere che nell' altro viene ricercato qualcosa che
si chiamerà, in mancanza di meglio e a costo di una grande ambiguità,
la persona. Alla persona è connessa una specie di quid che agisce alla
maniera di una testata teleguidata e fa in modo che tale immagine, fra
migliaia di altre, venga a trovarmi e mi catturi. I corpi possono
disporsi in un numero finito di tipi («È proprio il mio tipo»), ma la
persona è assolutamente individuale. I Tricks di Renaud Camus hanno
sempre come inizio l'incontro con il tipo ricercato (perfettamente
codificato : potrebbe figurare in un catalogo o in una pagina di annunci
economici) ; ma non appena il linguaggio compare, il tipo si trasforma
in persona e il rapporto diventa inimitabile, qualunque sia la banalità
delle prime parole scambiate. Senza ricorrere alla psicologia, la
persona rivela se stessa a poco a poco, leggermente, nell'
abbigliamento, nel discorso, nell' accento, nell' arredamento della
camera, in quello che si potrebbe chiamare la «vita domestica» dell'
individuo, in quello che oltrepassa la sua anatomia e di cui ha però la
gestione. Tutto questo viene piano piano ad arricchire o a rallentare
il desiderio. Il trick è dunque affine al movimento amoroso : è un amore
virtuale, bloccato volontariamente da una parte e dall' altra, per
contratto, sottomissione al codice culturale che assimila l'abbordaggio di un partner al dongiovannismo.
I Tricks si ripetono : l'argomento fa surplace. La ripetizione è una forma ambigua ; talvolta
denota l'insuccesso, l'impotenza, talaltra può leggersi come un'
aspirazione, il movimento ostinato di una ricerca che non si scoraggia :
si potrebbe benissimo interpretare il racconto di adescamento come la
metafora di un' esperienza mistica (e forse questo è stato già fatto,
perché in letteratura esiste tutto: il problema è sapere dove). Né l'
una né l' altra di queste interpretazioni si adattano apparentemente a
Tricks : né alienazione, né sublimazione ; ma qualcosa come la conquista
metodica di una felicità (ben designata, ben circoscritta:
discontinua). La carne non è triste (ma ci vuole molta arte per farlo
capire).
I Tricks di Renaud Camus hanno un tono inimitabile. Ciò deriva
dal fatto che la scrittura qui porta avanti un' etica del dialogo.
Una tale etica è quella della Benevolenza, che è sicuramente la virtù
più contraria alla caccia amorosa e dunque la più rara. Mentre di
solito ci sono delle specie di Arpie che soprintendono al contratto
erotico, lasciando ognuno in una solitudine gelida, qui è la dea
Eunoia, l' Eumenide, la Benevola, ad accompagnare i due partner : certo,
letterariamente parlando, sembra assai piacevole essere «trické» da
Renaud Camus, anche se i suoi compagni non sono sempre coscienti di un
simile privilegio (ma noialtri, lettori, siamo il terzo orecchio di
questi dialoghi : grazie a noi, quel po' di Benevolenza non è stata
offerto invano). Questa dea ha del resto il suo corteo : la Cortesia, il
Garbo, l'Umorismo, lo Slancio generoso, come quello che coglie il
narratore (durante un trick americano) e lo fa delirare gentilmente
sull' autore di questa prefazione. Trick è l' incontro che accade una
sola volta : più di un adescamento, meno di un amore : un' intensità,
che passa, senza rimpianto. E dunque, per me, Trick diventa la metafora
di molte avventure, e che non sono sessuali : incontro di uno sguardo,
di un' idea, di un' immagine, sodalizio effimero e forte, che accetta
di sciogliersi leggermente, bontà infedele : un modo di non impeciarsi
nel desiderio, senza tuttavia schivarlo : una saggezza, insomma.
(
Traduzione : Maurizio Ferrara) © Textus Edizioni
J'ajoute ici ma traduction d'une critique de Giorgio Fontana, parue dans le quotidien milanais Il Sole 24 ore, le six mars 2012 :
Le sexe recherché, le sexe consommé, le sexe comme découverte et même comme
géographie du Paris gay. Voici
Tricks, le journal de six mois de rencontres fortuites,
au cours de l’année 1978. L’auteur est le prolifique Renaud Camus ;
l’ouvrage est publié pour la première fois en Italie aux éditions Textus, dans
une traduction partielle.
«
Notre époque interprète beaucoup, écrit Roland Barthes
dans sa préface
, mais les récits de Renaud Camus sont neutres, ils n’entrent
pas dans le jeu de l’Interprétation. Ce sont des sortes d’à-plats, sans ombre
et comme sans arrière-pensées.» C’est vrai : s’il y a une constante
stylistique dans ce livre, une lumière qui l’éclaire, c’est celle de la
neutralité absolue. La prose de Camus est plus proche de la photographie que de
la narration, de la représentation que du discours. Le réalisme désenchanté,
l’objectivité minimale de la langue sont bien plus ici que des moyens
techniques : ils sont les révélateurs d’une poétique globale.
«
Ce livre
essaie de dire le sexe, nous explique l'auteur
, en l’occurrence l’homosexe
, comme si ce combat-là était
déjà gagné, et résolus les problèmes que pose un tel projet :
tranquillement
. Ou, pour parler comme Duvert : innocemment
.» Il ne faut
pas minimiser la portée de cet adverbe. L’innocence de Renaud Camus est absence
de pudeur, totale ouverture, répétition dénuée d’angoisses. En effet, on a
l’impression que
Tricks décrit toujours la même rencontre. Le livre manifeste
en permanence la même obsession pour les détails, les mêmes dialogues minimalistes (d’où es-tu, que fais-tu, qu’est-ce que tu veux boire : ce
sont "
les manèges, l’approche", qui plaisaient tant à Barthes), le même anonymat
et le même appétit de chair nue.
Et pourtant, de façon paradoxale, c’est
justement parce qu’ils pourraient être interchangeables que ces récits ont de
la valeur. Ce n’est pas la banalité et la platitude qui les rendent
équivalents, mais le fait d’être toujours vécus avec la même curiosité, la même
joie. Aucun d’eux n’a l’ambition de devenir une histoire : chacun des
récits naît et meurt complètement dans l’instant de l’aventure, de la dépense
érotique ; mais cela ne signifie pas qu’il perd en dignité, bien au
contraire.
On peut donc percevoir dans cet ouvrage du désintéressement, une
passion exclusive de la chair, et même un certain degré d’"acharnement sadien".
Mais on peut y lire aussi une étrange tendresse et une indéniable nostalgie –
pour «
son entrain, ses petits matins, son innocence», comme l’écrit Renaud
Camus dans une note rédigée quelques années plus tard.
Tricks sera présenté le
dix mars à dix-sept heures trente par Walter Siti et Pier Luigi Diaco, à
l’Auditorium du Parc de la Musique, à Rome, dans le cadre de la manifestation
Libri Come.
Source de l'article.
Images : en haut, Paul Cadmus, Jerry, 1931
en bas, Paul Cadmus, Self-portrait on Majorca (détail), 1930